Storie spirituali: il segreto della vita
Chi è alla ricerca di sè trova molti insegnamenti. Fra questi, ci sono alcuni che vanno diritto al punto scavalcando l’ego sempre alla ricerca di “conoscenze” da accumulare: le storie.
Esse hanno il dono -e sono esse stesse un dono- di generare una comprensione intuitiva delle molte sfaccettature della ricerca di sé.
La comprensione dipenderà dalla propria maturità spirituale del momento; perciò, leggendole più volte e in momenti diversi, potranno generare “lampi di illuminazione” spontanei.
Ecco la prima della serie Storie spirituali.
Il segreto della vita
C’era una volta un uomo che desiderava ardentemente trovare il segreto della vita. Sin da ragazzo era nata in lui questa brama e ogni volta che conosceva una persona nuova chiedeva: <<Conosci il segreto della vita?>>.
A volte riceveva come risposta: <<ma che domanda è mai questa?>>, altre volte si sentiva dire: <<lascia perdere, stai con i piedi per terra, pensa a vivere come gli altri!>>; qualcuno rispondeva sinceramente: <<non lo so!>>. Altri indicavano libri da leggere, altri ancora gli suggerivano di andare a trovare un certo saggio che sicuramente conosceva la risposta.
E il nostro uomo leggeva libri su libri, ma ciò che trovava non soddisfaceva la sua sete di conoscenza. Poi, andava a incontrare i vari saggi, ma neanche uno gli dava la risposta che cercava con sempre crescente ardore.
Passavano gli anni e lui continuava a cercare ma, nulla, la risposta non arrivava.
Un giorno, sentì dire che in un certo villaggio, esisteva un pozzo magico che era in grado di soddisfare la sete di conoscenza di chiunque.
Allora il nostro uomo sentì ritornare piena la speranza e decise di andare al pozzo magico. Era molto lontano dal posto in cui viveva, ma la distanza non lo scoraggiava. Anzi! Durante il cammino dialogava fra sé e sé:
<<La risposta è questa…!>>,
<<Ma no, non può essere questa, sciocco, è troppo semplice!>>.
<<Allora sarà cosi…!>>
<<Ma che dici, questa l’hai già sentita da quel saggio con la veste ocra! Non può essere la stessa!>>
E così il suo viaggio proseguiva finché, finalmente, arrivò nel paese dove c’era il pozzo magico.
Sarebbe stato troppo bello scovarlo subito, dentro il paese. No, stanco e affamato ma pieno di speranza, gli toccò camminare ancora per un bel pezzo, perché il pozzo si trovava in una valle fuori del villaggio.
In preda all’eccitazione, oltre che alla stanchezza e alla fame di cibo e sete di conoscenza, l’uomo si guardò intorno per vedere che cosa poteva avere di magico o sacro questo pozzo. Sembrava uguale a qualsiasi altro pozzo di campagna.
<<Adesso vedrò se è davvero magico>>, disse.
Si affacciò sulla superficie dell’acqua e fece la sua domanda:
<<Magico pozzo, sai dirmi qual è il segreto della vita?>>
Dopo un po’, dalla profondità arrivò una voce che diceva:
<<Vai al crocicchio del villaggio! Là troverai ciò che cerchi! >>
Esterrefatto, emozionato, confuso, in preda a un’eccitazione incontrollata, l’uomo ritornò di corsa verso il villaggio. Al crocicchio, si guardò intorno e ciò che vide furono tre botteghe. In una vendevano fili di ferro, nella seconda legno, e nella terza, pezzi di metallo. L’uomo entrò e uscì dalle tre botteghe diverse volte, poi si guardò intorno per verificare che fosse nel posto giusto; chiese informazioni ai negozianti, infine ai clienti, ma nessuno fu in grado di illuminarlo circa il significato della risposta datagli dal pozzo. Allora si disse:
<<Avrò capito male la risposta!>>
E così ritornò, sempre più stanco, affamato e assetato, dal magico pozzo. Intanto cominciava a innervosirsi; si arrabbiò con se stesso per non aver prestato sufficiente attenzione. Quindi, chiese spiegazione al pozzo.
Per un bel po’, silenzio. L’uomo stava trattenendo il fiato nell’attesa della risposta, ma niente. Solo silenzio. Quando stava iniziando a scoraggiarsi, ecco che dalla profondità del pozzo arrivò una voce che diceva:
<<Capirai in futuro!>>
Questa volta, in silenzio rimase l’uomo. Si sentì come paralizzato, per un attimo. Poi, come la lava di un vulcano in eruzione, l’indignazione e la conseguente rabbia esplose sommergendolo. Disse di tutto, sparlò, non riuscendo a pronunciare bene le parole e poi si buttò per terra in preda alla disperazione. Aveva speso la sua vita nella ricerca di questo maledetto segreto ed eccolo lì, rimasto, come si suol dire con un pugno di mosche in mano. Ma che mosche, neanche quelle, perché se l’erano filata per la sua esplosione di rabbia.
Giurò a se stesso che avrebbe abbandonato per sempre la ricerca del segreto della vita. E così fece!
Passarono gli anni, l’uomo era ormai vecchio e aveva dimenticato la sua “follia di gioventù”.
Una sera, stava passeggiando sulla strada che portava fuori del paese, con la luce della luna che rischiarava tutto intorno a sé. In lontananza, sentì una strana musica, una melodia dolce, profonda e struggente che sembrava ricordargli qualcosa d’antico e originario.
Più si avvicinava e più la musica lo rapiva, lo prendeva sulle sue ali e lo portava lontano… oppure no, vicino a… In un attimo, vide lo strumento che produceva quella magica musica: il sitar, che era fatto di fili di ferro, pezzi di legno e parti di metallo, come quelli che, tanto tempo addietro, aveva visto nelle tre botteghe al crocicchio del villaggio.
Allora non ne aveva capito il significato, ma ora finalmente, la risposta del pozzo divenne perfettamente chiara:
<<Ah, ecco!>> sussurrò felice l’uomo.
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