D’io sono, l’inizio: Alla ricerca di sé
Alla ricerca di sé
Indipendentemente dalla Via che segui, c’è un metà-processo con cui quasi tutti si trovano coinvolti e che è utile conoscere.
La ricerca di se stessi, della propria identità, comporta un dilemma. La parola identità, infatti, si presta a due interpretazioni a prima vista antitetiche.
La prima, riguarda un “rapporto d’uguaglianza o coincidenza assoluta” con qualcuno o qualcosa;
la seconda, si riferisce al “complesso dei dati caratteristici e fondamentali che consentono l’individuazione o garantiscono l’autenticità”. Il dilemma è quindi: trovare la propria identità come uguaglianza con…, oppure come distinzione da…!
Quest’impostazione dualistica, tipica della cultura occidentale, fa sì che si scelga uno solo dei due significati secondo la formula classica “o questo o quello”. L’approccio dualistico comporta necessariamente una perdita e crea una situazione d’incompletezza che permane a lungo.
Nelle culture orientali, invece, l’approccio cambia completamente diventando complementare cioè, “sia questo sia quello”. La complementarietà consente pertanto una percezione di totalità, di completezza, di benessere. <<Piccolo Shen (Spirito-Mente) tutto divide, Grande Shen tutto unisce>>, dicono per esempio i taoisti.
Come sai, ciò che comunemente si sceglie nella cultura occidentale è l’identità come distinzione da… che porta al concetto di personalità. Ma questa scelta non sembra abbia dato risultati soddisfacenti. Al contrario! Il culto della propria “personalità” ha sempre procurato paura, bisogno di difendersi o di offendere, in altre parole ciò che conosciamo come sistema di vita “normale”, socialmente accettato. Inoltre, l’identificazione con la personalità porta a una percezione di sé frammentata, mai totale, unitaria.
Perciò vale la pena d’indagare anche l’altra possibilità, l’ottica complementare, cioè quella dell’uguaglianza o addirittura coincidenza assoluta con….
La ricerca della propria identità può svolgersi all’interno del sapere presente nella cultura d’appartenenza; in quella occidentale, si tratta di cercare nella scienza, nella filosofia, nella religione o nell’arte. Oppure, sì possono attraversare i “confini” e cercare nella Conoscenza universale nota come Filosofia perenne, cioè quella metafisica che si occupa, come sostiene Aldous Huxley, della:
Realtà divina consustanziale al mondo delle cose, delle vite e delle menti; … una psicologia che scopre nell’anima qualcosa di simile alla Realtà divina o addirittura d’identico ad essa.
Questa conoscenza trascende sia la scienza, sia la filosofia e la religione, e riguarda la percezione diretta della Realtà suprema, vale a dire la conoscenza-essenza immediata della sorgente della creazione, quindi se stessi.
Qualunque sia l’ambito e il modello al quale si faccia riferimento, ci si trova ad affrontare grosso modo le stesse tematiche. Vediamo innanzi tutto qual è specificamente l’oggetto d’indagine del ricercatore di sé.
<<Chi o cosa stai cercando?>>
A prima vista, sembrerebbe una domanda superflua.
<<Sto cercando me stesso, naturalmente!>>
Questa risposta presuppone in realtà che il soggetto che cerca si sia perso, altrimenti perché mai si cercherebbe? Anche se colui che dà questa risposta è magari proprio lì di fronte a noi! Questo dialogo assomiglia al seguente koan Zen:
Zuican era un maestro Zen che aveva l’abitudine di rivolgersi sempre a se stesso.
<<Zuican?>>, chiamava. E poi rispondeva:
<<Eccomi!>>.
<<Zuican?>>.
<<Eccomi!>>. Naturalmente viveva tutto solo nel suo piccolo zendo, e conosceva bene la propria identità, ma a volte gli capitava di perdere se stesso. E ogni qualvolta perdeva se stesso, si chiamava:
<<Zuican?>>.
<<Eccomi!>>.
Al di là del divertimento, molto spesso abbiamo le idee confuse circa l’oggetto preciso della nostra indagine, specialmente all’inizio del ruolo di ricercatori. Se si sonda più in profondità, si arriva a comprendere che dietro la risposta << cerco me stesso>> ci sono bisogni e desideri diversi.
Infatti, c’è chi cerca la felicità, chi il benessere, chi vuole conoscere meglio se stesso, oppure stare bene da solo e con gli altri, conoscere Dio o l’Assoluto ecc.
Proseguendo la ricerca, qualunque essa sia, si viene a sapere che trovare se stessi, la propria identità con… equivale a illuminarsi; allora, si diventa più precisi: <<adesso so esattamente che cosa voglio: raggiungere l’illuminazione!>>. Questa diventa la mèta più ambita.
Andando in giro per il mondo, dall’India, al Giappone, all’America s’incontrano migliaia di persone in cerca dell’illuminazione. Purtroppo, non si conosce nessuno che l’abbia veramente trovata o raggiunta. Ci sono ricercatori seri e impegnati che praticano varie tecniche e discipline da molto tempo tuttavia, non l’hanno ancora trovata. Sembra che quest’illuminazione sia introvabile! Eppure, a quanto pare, sono sempre esistiti esseri illuminati.
Come avranno fatto? Se desideri saperlo, ne sarai illuminato!